La Casa Funeraria ha cambiato la concezione di Rito Funebre

Pur essendo uno dei momenti più significativi nella vita di un individuo, la morte è l’unico evento a non essere traducibile in esperienza alcuna. Nessuno, infatti, può sperimentare direttamente la propria morte se non nel momento in cui accade.

Nel corso della storia, tutte le culture hanno generato delle credenze sul destino dei defunti, immaginando luoghi in cui poterli condurre ad una vita ultraterrena e ideando dei veri e propri rituali per accompagnarli nell’ultimo viaggio. Tutto questo per dominare il sensi di paura e smarrimento e, al tempo stesso, per riorganizzare le dinamiche interne del gruppo sociale che ha subito la perdita.

«Tra tutti gli esseri viventi, l’uomo [ è ] la sola specie per la quale la morte biologica, fatto di natura, si trova continuamente superata dalla morte come fatto di cultura» (L. V. Thomas, Antropologia della morte, Milano, Garzanti, 1976).

È proprio attraverso questi rituali che l’angoscia della morte trova una dimensione propria e può, in buona misura, essere superata.

ORIGINI E STORIA DEL RITO FUNEBRE

Il culto dei morti è da sempre un elemento principale di tutte le culture.
Gli usi e le tradizioni relative a tale evento variano secondo il periodo storico, il luogo, il credo religioso ed il desiderio del defunto e dei suoi famigliari.

Pare che i riti funebri rappresentino un’usanza che risale sin da tempi remotissimi. Ad esempio, nelle grotte dello Shanidar in Iraq, sono stati scoperti degli scheletri di Neanderthal ricoperti da uno strato di polline; ciò significa che in quel periodo i defunti fossero sepolti con una forma di rituale impreziosito con tanto di omaggio floreale.

Già dalla preistoria, quindi, l’uomo si è sforzato di sottrarre l’avvenimento della morte alla natura per dare un senso alla vita stessa.

Nel mondo antico, le raffigurazioni sepolcrali, l’uso dell’epitaffio funebre e buona parte della letteratura mitologica, conferiscono non solo una presenza concreta della morte (l’Ade), ma spiegano anche la credenza che si aveva riguardo al trapasso in un’altra vita.

Per l’uomo medievale, invece, il trapasso a “miglior vita” è fonte di sicuro timore: l’anima del defunto poteva subire una punizione senza fine o essere premiato con la vita eterna, a seconda dello stile di vita condotto sulla terra.

A partire dal XIV secolo, con l’avvento della peste nera e della grande crisi del Basso Medioevo, la morte diviene un evento quotidiano e ordinario.

Dal XVIII secolo, l’uomo occidentale attribuisce ad essa il nuovo senso di “morte romantica”, che porta a una separazione inaccettabile, unita ad un dolore estremo ed inconsolabile per i sopravvissuti.

Per la società moderna, infine, vi è forse più consapevolezza all’idea della morte, in quanto concepita come simbolo supremo dei limiti all’agire umano.

In ogni caso, esiste un denominatore comune che lega ogni epoca: il rito funebre concede di convivere con l’idea della morte, permettendo una sorta di comunicazione tra il mondo dei vivi e quello dei morti.

EVOLUZIONE DEL CONCETTO DI RITO FUNEBRE: LA CASA FUNERARIA

Fino a qualche anno fa, l’ultimo saluto ai propri cari veniva dato all’interno delle mura domestiche, creando spesso disagio, sofferenza ed un amaro ricordo per chi continuerà a vivere la propria vita nell’abitazione stessa.

O, peggio ancora, all’interno delle strutture sanitarie che mal si conciliano per dare intimità e riservatezza alle famiglie che affrontano il dolore della perdita di una persona cara, oltre che per il loro scopo principale: rappresentare luoghi di cura.

Per questi motivi e molti altri ancora, nasce il concetto di “Casa Funeraria” come luogo apposito in cui custodire i propri cari prima dell’ultimo saluto, in grado di offrire la giusta atmosfera di raccoglimento e serenità, lontano dalla tradizionale concezione di tristezza e dalla caoticità tipica della realtà urbana quotidiana.

Un luogo in cui la qualità del messaggio espressivo dei materiali, delle luci, dei suoni, dei profumi e degli arredi contribuisce a creare la condizione necessaria per uno spazio di silenzio, di meditazione e di preghiera, nonché luogo di memoria.

Ideata originariamente negli Stati Uniti, è sbarcata anche in Italia da alcuni anni riscuotendo esito positivo, rivoluzionando e modernizzando la concezione, seppur comunque ancestrale, del rito funebre.

“Non esiste separazione definitiva finché esiste il ricordo.” (Isabel Allende)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *